Dom Pedro Zilli

“PARA VÓS SOU BISPO, CONVOSCO, SOU CRISTÃO”.
Per voi sono vesco­vo, con voi sono cri­stia­no. Con que­sta cita­zio­ne di Sant’Agostino, Dom Pedro Zil­li ini­zia­va una sua pre­sen­ta­zio­ne del suo “esser­ci” in Gui­nea Bis­sau. Esser­ci vuol dire esse­re lì per…. 

Dom Pedro è sta­to in Gui­nea Bis­sau fin dal 1985, invia­to come mis­sio­na­rio del Pime, pro­ve­nien­te dal Bra­si­le, sua ter­ra d’origine. Fin da subi­to si è sen­ti­to par­te del popo­lo gui­neen­se; ama­va defi­nir­si sem­pli­ce­men­te un cri­stia­no den­tro la sua comu­ni­tà e per que­sta sua comu­ni­tà è sem­pre sta­to in pri­ma linea nel ser­vi­zio: un uomo a ser­vi­zio dei suoi fra­tel­li. Que­sta fra­tel­lan­za non l’ha mai reclu­sa al greg­ge del­la Chie­sa, ma ha sem­pre avu­to uno sguar­do e un cuo­re acco­glien­te ver­so tut­to il greg­ge di Cri­sto che è in Gui­nea, sen­za distin­zio­ne di reli­gio­ne o di etnia. Gran­de pro­mo­to­re di pace e di pre­ghie­ra con­giun­ta tra cri­stia­ni, musul­ma­ni, ani­mi­sti, con i qua­li ha per­cor­so cam­mi­ni di costru­zio­ne di una socie­tà più giu­sta ed equa anche ponen­do­si in pri­ma linea nel dia­lo­go con le istituzioni.

Dom Pedro è mor­to ieri, 31 mar­zo, alla vigi­lia del tri­duo pasqua­le. Oggi Gio­ve­dì San­to la Chie­sa ricor­da l’ultima cena di nostro Signo­re e ripe­te il gesto del­la lavan­da dei pie­di: la Chie­sa si met­te in ginoc­chio a lava­re i pie­di come ha fat­to Gesù; dom Pedro ha offer­to tut­ta la sua vita met­ten­do­si in ginoc­chio davan­ti ai più pove­ri lavan­do loro i pie­di e sanan­do le loro feri­te uma­ne e spi­ri­tua­li, donan­do a lar­ghe mani quel bal­sa­mo risto­ra­to­re che gli era sta­to affi­da­to da Colui che lo ha invia­to a ser­vi­re il popo­lo di Guinea.
Il 13 mar­zo scor­so ha festeg­gia­to i 20 anni di ser­vi­zio epi­sco­pa­le nel­la sua Bafa­tà, dio­ce­si che è nata assie­me a lui: pri­ma infat­ti l’unica dio­ce­si era quel­la di Bis­sau. Qual­che gior­no pri­ma di que­sto anni­ver­sa­rio un’ambulanza por­ta­va dom Zil­li all’ospedale di Cumu­ra, dove, fino all’ultimo ha con­ti­nua­to a por­ta­re il suo sor­ri­so e suo soste­gno uma­no e pasto­ra­le. Quel sor­ri­so che ha con­trad­di­stin­to tut­ta la sua vita e la sua azio­ne ora ci accom­pa­gna dal Cie­lo. Ora lui cele­bra la Pasqua nel­la Geru­sa­lem­me Cele­ste e immer­ge il suo vol­to e il suo mera­vi­glio­so sor­ri­so nel­lo sguar­do stes­so di Dio. Chie­dia­mo la sua inter­ces­sio­ne per vive­re con rin­no­va­ta fede nel Risor­to que­sta festa sep­pur nel dolo­re umano.